Mi mantenevo gli studi suonando e facendo cabaret; poi alla specializzazione feci una tesi : “L’umorismo nella Psicoterapia individuale” . Così ho cominciato a studiare e poi insegnare Psicologia dell’Umorismo (una branca della Psicologia”). Pazienti di giorno (anche dell’età evolutiva) e la sera a fare l’autore di cabaret, comprendendo sempre più il significato profondo dell’umorismo, grazie a Freud, che lo considerava: “il più eminente dei meccanismi di difesa dell’IO”. Tradotto: non risolve i problemi, ma quando la vita ti tempesta di disgrazie e sfighe, fisiche e psicologiche, ti aiuta a non esagerare e rivalutare il senso dell’esistenza, il vero miracolo di averla potuta provare, per poco o per tanto, male o bene, ma sicuramente meglio di essere stati sempre polvere. Mia madre è stata la mia più grande insegnante, malgrado non avesse finito la quinta elementare, si “difendeva” come avrebbe detto Freud, con l’umorismo “Noir” , un finto cinismo che le ha permesso di sopravvivere ridendo alle peggiori disgrazie, poiché riusciva a creare quel necessario distacco dai problemi che le permetteva di esercitare il classico: “l’umorismo è il tragico visto di spalle” e sopravvivere fino all’ultimo anche con l’autoironia, che sempre a detta di Freud racchiudeva il segreto della felicità. Morì facendo una battuta che mi lasciò tra il pianto e il riso, e non finirò mai di ringraziarla.
ALLENAMENTO PSICOUMORISTICO
LIBRI MIEI E SCRITTI PER ALTRI COME “GHOSTWRITER”